Biennale di Venezia 2009 – 53a edizione
Il tema di quest’anno è: “Fare Mondi“ ed è stato interessante vedere come ogni nazione ha risposto e lanciato il suo messaggio a riguardo. Alcuni artisti hanno una visione molto pessimistica di un futuro prossimo, altri più costruttiva e quindi positiva. Lo scenario della bella Venezia è sempre una cornice grandiosa per qualsiasi evento artistico e, a dispetto della crisi mondiale, non c’erano padiglioni vuoti e nessuna defezione nazionale.
Ecco qui sotto la top 5 degli artisti che più mi son piaciuti:
1: Pavel Pepperstein, Russo, ispirandosi ai progetti utopici dei suoi progenitori costruttivisti, quali Tatlin e Malevic crea una lunga saga intitolata “Landscape of the future” , nella quale crea questi suoi enormi edifici simbolici, che verranno creati in un determinato e anche molto lontano anno nel futuro.
2: Giacomo Costa, giorno e notte, vegetazione e rovine di città si confondono in atmosfere abitate da luci cupe, di un’umanità solo ricordata nella sua decadenza tecnlogica. La natura, in grado di rinascere e sovverchiare le cose, torna a essere la padrona legittima della terra.
3: Spencer Finch, residente a New York, crea piccoli esperimenti sulle percezioni soggettive di colori e luci. In questa sua installazione “Big Bang“, con lampadine elettriche e impianti d’illuminazione ricrea il modello della formula molecolare della polvere lunare misurata dalla spedizione Apollo 17 nel 1972.
4: Matteo Basilè nella sua “Caduta degli Dei” unisce a un’umanità ambigua e inquietante un senso di sacralità e di devozione mistica rinnovata: i volti di culture lontane dall’opressione dell’high tech si dovranno riallineare con il dinamismo della modernità, altrimenti carnefice della loro estinzione.
5: Tomas Saraceno esplora le possibilità di alloggi sospesi in aria per la crescita della popolazione e per il rapido cambiamento climatico; in questa installazione “Galaxies forming along Filaments, like Droplets along the Strands of a Spider’s Web” esplora il modo in cui i sottili filamenti della vedova nera siano in grado di tenere sospesi pesi molto elevati attraverso l’uso di una geometria complessa. Saraceno paragona questa ragnatela alla struttura preistorica del nostro universo.
Complimenti una vera ed esaustiva recensione!!!
Approvo!!